Intervento alla Direzione nazionale Partito Democratico del 23 luglio 2018

Non siamo in tempi ordinari ma straordinari. Non abbiamo semplici avversari politici ma è in corso un attacco alla democrazia rappresentativa e parlamentare, in Italia e in #Europa. C’è un trittico di interventi legato da un filo rosso neo-nazionalista: l’intervento di #Salvini a Pontida, l’intervista di Casaleggio a la Verità, l’iniziativa di Bannon col suo “The Movement”.

La rete neo-nazionalista che Bannon vuole lanciare dimostra come l’Italia sia parte di un disegno più ampio. L’obiettivo immediato molto chiaro è di bloccare il Parlamento Europeo. La strategia politica è molto più ampia: per usare le parole di Marine Le Pen, è quella di “liberare” l’Europa dall’Unione. Nazioni oggi separate - domani le une contro le altre...- con identità chiuse e chiuse nei loro confini. Insomma. i nazionalisti stanno applicando prima di noi il nostro metodo politico: reti transnazionali. Eppure, siamo stati noi per primi a proporre liste transnazionali dopo la #Brexit. E abbiamo creato nel 2009 e confermato nel 2014 una alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo. Quell’alleanza non era per noi un punto di arrivo, ma un punto di partenza. L’abbiamo usata, per fare iniziative importanti. Nella mia esperienza, ho promosso e partecipato ad oltre 25 riunioni dei ministri degli affari europei S&D e senza la nostra spinta - innanzitutto italiana- tanto per fare un esempio, dubito che la Commissione avrebbe avviato la procedura per violazione dello stato di diritto contro la Polonia, tanto per fare un esempio fra tanti...

Ma 5 anni dopo, è cambiata l’Italia, è cambiata l’Europa, è cambiato il Mondo. Nel 2014 non c’era Trump, l’ascesa autoritaria di Xi-Jinping non si era completata, la politica di Putin non era così aggressiva e assertiva....Mai come oggi c’è bisogno di Europa nel Mondo, del suo metodo di gestione pacifica delle relazioni tra popoli e tra Stati...Ma oggi, quell’alleanza progressista non è sbagliata, è semplicemente insufficiente. Di fronte a queste minacce globali. Di fronte all’ascesa nazionalista. Di fronte alla deriva estremista del PPE, a cui si aggiunto l’ultimo tassello reazionario con l’elezione di Pablo Casado a leader del Partido Popular. Perché le sfide sono oggi molto più grandi e molto più difficili.

Allora gettiamo le basi per una nuova grande alleanza progressista. Costruiamo con chi la condivide una nuova grande alleanza progressista. Il PD deve giocare in #Europa un ruolo innovativo. Deve porsi alla frontiera del nuovo progressismo e alla frontiera tra le diverse forze progressiste, e promuovere questa nuova alleanza. Cominciando con un nuovo Manifesto politico per l’Europa, che dobbiamo cambiare se vogliamo salvarla. Una proposta politica che dobbiamo rivolgere a tutti coloro che condividono questa prospettiva, al di là delle famiglie politiche tradizionali. Partendo da alcune priorità: tutela dello Stato di diritto, piano di investimenti sociali proposto da Prodi, nuove politiche giovanili, governo dell’immigrazione anche economica tanto per fare alcuni esempi. E gettiamo le basi per una maggioranza progressista sociale e liberale nel Nuovo parlamento europeo, maggioranza parlamentare per avviare la rifondazione politica europea e maggioranza per decidere le posizioni apicali, i “top job” delle Istituzioni europee... Bene allora Sánchez a Madrid: senza dubbio meglio lui di Rajoy alla Moncloa....ma è un’operazione parlamentare, non una vittoria elettorale...Bene Costa a Lisbona. Alleati essenziali in Europa, leader che condividono con noi valori e politiche. E che senza dubbio giocano ruolo molto improntante. Antonio poi, è un vero amico è un riferimento per tanti di noi, anche a Roma.

Ma sono esperienze nazionali e parlamentari di minoranza che non possono rappresentare un modello né per l’Italia né per l’Europa. Per questo, non condivido il passaggio dell’intervista di Martina a la Repubblica in cui proponeva di rilanciare l’UE partendo dal “socialismo mediterraneo”... Modello e alternativa che invece dobbiamo costruire ex novo, assumendoci tutte le nostre responsabilità e lanciando iniziativa dentro e fuori il campo del PSE. Perché quelle del 2019 saranno le elezioni più importanti della storia dell’UE. E noi dobbiamo essere i protagonisti della vittoria delle forze progressiste ed europeiste!